L'Autore Francesco Petrone

Nato a Firenze nel 1973 si è laureato in Ingegneria Civile presso l’Università di Firenze. Successivamente, oltre alla professione, ha sempre nutrito interesse nella Letteratura e in particolar modo nella Poesia. Dopo la perdita dell’adorata Madre Paola ha scritto questa piccola raccolta di Poesia, in ricordo dei propri genitori, con l’intento di devolvere il ricavato alla fondazione CURE2CHILDREN, nella quale crede per gli elevati ideali e per le iniziative importanti a favore dei bambini malati di Tumore.

Prefazione "Riflessi di Luna"

Dopo la perdita di una persona amata, le sensazioni che si sviluppano in ognuno lasciano sconcertati; la capacità di reagire sembra svanire; si susseguono una serie di emozioni ignote, dolorose e si sente la necessità di chiudersi abbandonandosi alla tristezza come fosse un terso rifugio alla sofferenza. Il vuoto pare che invada tutto lo spazio intorno e le preziose note di colore che arricchiscono la nostra vita si perdono, non si è più in grado di scorgerle. La musica è rumore; ci appagano solo le pause e prendono importanza i silenzi.  Nei casi delle malattie terminali abbiamo una doppia sofferenza per doppio lutto, il primo lutto è quando si viene a conoscenza della diagnosi incurabile; il secondo è il lutto reale, quando la morte ci  sottrae la persona amata. Durante l'evolversi della malattia, verso la fase terminale, c'è la sconvolgimento fisico del malato e la crisi psicologica coinvolge il proprio caro, investendo familiari e amici; indistintamente si viene trascinati in qualcosa di sconosciuto che inquieta e turba, facendo migrare la  speranza lasciando alla paura il dominio sull’emozioni.

La maggior parte delle persone pensa che il modo migliore di vivere sia fuggire dal dolore, ma una vita ancora più completa abbraccia lo spettro intero dei sentimenti; se gestiamo il dolore nella ricerca di un nuovo equilibrio, possiamo vivere una esistenza molto più profonda e più significativa comprendendo, meglio la vita e la sua essenza.
Il dolore, che per sua natura  produce sofferenza, può divenire un non nobile, ma valido veicolo per scavare dentro il proprio animo in ricerca di risposte a domande che non avremmo mai sentito l’esigenza di porci all’interno di una vita normale.

Nella fase iniziale di una perdita, si ha quasi la negazione del dolore annullando l’evento ostile, difendendo sé stessi dalla sofferenza; rifacendosi alla propria storia depositata nella propria personalità e nel proprio carattere si cerca di sfuggire al lutto. Superata questa fase, con l’elaborazione del proprio lutto, si ha l’accettazione della realtà dolorosa; è il momento in cui la sofferenza diventa più forte, ma anche il momento in cui si riesce a reintegrare nella propria visione della vita ciò che è successo come fosse una liberazione; in funzione del rapporto che si aveva con la persona cara persa si può arrivare ad avere una forma, più o meno forte, di arricchimento spirituale.

Se il rapporto era genuino, amorevole, vero, vi è dolore enorme nel distacco ma vi è la possibilità di affrontare il dolore dicendo “.. ho perso la persona amata, ma quello che la persona cara mi ha insegnato
e lasciato è prezioso,  intatto, niente lo ha danneggiato”; anche senza la fisicità il legame con la persona persa rimane vivo superando straordinariamente gli originari limiti immaginabili.
Il rapporto  muta  in una nuova sorprendente e miracolosa forma  d’amore che accompagna costantemente il nostro corso terreno, una luce nuova e sconosciuta viene a rischiarare il nostro naturale cammino come gli ignorati e segreti Riflessi di Luna prendono corpo solo nella oscura notte.